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Un nuovo orizzonte nel mondo dei giochi di ruolo
Il panorama videoludico è in continua evoluzione, e con esso anche le aspettative dei giocatori. The Blood of Dawnwalker, il nuovo progetto di Mateusz Tomaszkiewicz, ex lead quest designer di The Witcher 3, si propone di ridefinire il concetto di open world. In un’intervista rilasciata a GamesRadar, Tomaszkiewicz ha condiviso la sua visione di un mondo di gioco più contenuto, ma non per questo meno affascinante. La scelta di un’ambientazione più piccola è dettata dalla volontà di creare un’esperienza di gioco più immersiva e memorabile.
La bellezza della scoperta in spazi ridotti
Secondo il designer, i suoi giochi open world preferiti da giovane erano quelli che, pur essendo vasti, non raggiungevano le dimensioni colossali di titoli come The Elder Scrolls II: Daggerfall. “Quando il mondo è un po’ più piccolo, esplorarlo diventa un’esperienza più tranquilla e rilassata”, ha affermato. Questa filosofia si traduce in un gameplay che invita i giocatori a immergersi nei dettagli, a conoscere ogni angolo e a vivere il mondo di gioco in modo più personale. La dimensione ridotta non è quindi una limitazione, ma un’opportunità per approfondire la lore e i personaggi.
Un progetto ambizioso con solide fondamenta
The Blood of Dawnwalker rappresenta il primo capitolo di una saga ambiziosa, sviluppata da Rebel Wolves, un team composto da ex membri di CD Projekt Red. Con il supporto di NetEase Games e Bandai Namco, il progetto non è certo a budget contenuto. La creazione di un open world, sebbene più contenuto, è stata ritenuta necessaria per permettere ai giocatori di familiarizzare con l’universo di gioco. Questo approccio riflette una crescente tendenza nel settore, dove la qualità dell’esperienza di gioco viene messa al primo posto rispetto alla mera grandezza del mondo virtuale.
Un futuro luminoso per Rebel Wolves
Con The Blood of Dawnwalker, Tomaszkiewicz e il suo team si propongono di offrire un’esperienza di gioco che possa attrarre sia i fan dei giochi di ruolo che i neofiti. La promessa di un mondo più piccolo, ma ricco di dettagli e storie da scoprire, potrebbe rappresentare una nuova era per i giochi open world. La speranza è che, con il successo di questo primo capitolo, possano essere realizzate mappe più ampie e complesse in futuri episodi, ampliando ulteriormente l’universo di gioco.